Attraverso questi vecchi oggetti non ho voluto raccontare né narrare nulla – ma solo godere del semplice piacere di realizzarli, di conoscerli nella loro lineare essenzialità.
Soltanto spogliando il corpo dal suo involucro di carne e muscoli posso ascoltarne la voce e danzare insieme a lui.
Presenze che mi interpellano, ambienti che avvolgono e che mi abbracciano, anche nel sonno della mente. Questi lavori nascono da una profonda necessità interiore di dare tangibilità e immagine a una mia personale dimensione onirica e metafisica.
Chiaroscuri sono disegni embrionali, tavole anatomiche nelle quali prevale ancora la ricerca della giusta architettura.
Il segno è ancora groviglio, matassa da sciogliere.